È stato dimostrato come, una volta esclusi problemi cardiaci primari, la tachicardia e/o l ‘extrasistolia possono dipendere dal reflusso gastrico e/o ernia iatale.
Recenti studi scientifici, tra cui uno del 2005 svolto dal Prof. Annibale Sandro Montenero, primario dell’unità funzionale di elettrofisiologia presso il Laboratorio di cardiochirurgia e cardiologia sperimentale dell’Università Cattolica, ha dimostrato come l’extrasistolia si accompagna spesso a una digestione lenta o a reflusso gastroesofageo, ed evidenzia come la risoluzione dell’extrasistole può derivare anche dalla normalizzazione delle funzionalità gastriche.
Fortunatamente la realtà terapeutica si è evoluta, e si è scoperto che le funzionalità gastriche sono spesso alterate da fenomeni meccanici, cioè da disequilibri del sistema muscolare, fasciale e posturale.
In particolare, il muscolo diaframma, con i suoi muscoli inspiratori accessori (quelli del torace e collo), sono i maggior responsabili di insorgenza della malattia da reflusso gastrico e/o di un’ernia iatale, con conseguente Tachicardia o exstrasistolia.
Ma vediamo perché e come intervenire.
Quando si soffre di Tachicardia e/o Extrasistolia ci si reca in visita dal cardiologo, il quale a volte afferma che non c’è niente che non va, che è soltanto stress, ed ha ragione in un certo senso.
In effetti capita spesso, che alla base di queste problematiche non ci siano compromissioni primarie del sistema cardiaco, ma del sistema digerente ( reflusso gastrico ed ernia iatale). Queste problematiche sono tra le cause principali della tachicardia o delle extrasistoli.
Quindi quel cardiologo ha ragione, il problema è altrove, e precisamente nel diaframma ed i suoi muscoli accessori.
Spieghiamo come avviene.
Il muscolo diaframma è definito anche il muscolo delle emozioni proprio perché è soggetto agli stati d’animo, a cui reagisce irrigidendosi.
È un muscolo che divide la cavità toracica da quella addominale ed è in intimo contatto con lo stomaco; è a forma di cupola e, quando va incontro a contrattura per vari motivi, tende ad abbassarsi modificando la sua forma, andando in questo modo a spingere sullo stomaco sottostante, comprimendolo costantemente.
In questo modo si dà luogo a fenomeni di digestione lenta, con conseguente fermentazione del cibo e quindi formazione di aria, la quale spingendo verso l’alto per uscire, stimola la valvola cardias all’apertura anche quando non dovrebbe, favorendo così l’insorgenza di reflusso gastrico e quindi di tachicardia o extrasistole per l’intima vicinanza della punta del cuore al muscolo diaframma, e nei casi più gravi, di ernia iatale.
In quest’ultimo caso non è solo il muscolo diaframma ad accorciarsi, ma anche tutta una serie di muscoli e legamenti ad esso collegati, che vanno a causare, con la loro contrattura, la spinta dello stomaco verso l’alto.
Anche un’alterazione della postura (dorso curvo, iperlordosi ecc.) può favorire l’insorgenza di queste due patologie.
Chi ha questi problemi presenta, sotto esame radioscopico, la risalita dell’emidiaframma sinistro per via dell’effetto dell’aerogastria (aria nello stomaco) ma anche dell’aerocolia (aria nel colon, sempre a causa del blocco del diaframma che causa, in parte, problemi di stasi circolatoria addominale).
Ogni forma di aerogastria influenza il ritmo cardiaco, dando spesso origine ad una sindrome di angoscia collegata al diaframma (frenospasmo, H.Jarricot):
la persona diventa inquieta a causa delle palpitazioni e della paura di un infarto imminente e, anche quando viene rassicurata dal cardiologo, l’inquietudine rimane e può trasformarsi in claustrofobia e agorafobia (timore della folla), ma allo stesso tempo anche paura della solitudine.
In alcuni casi, l’angoscia può aumentare a tal punto da generare attacchi di panico.
Le crisi acute spesso avvengono a fine pasto, soprattutto dopo l’ingestione di bevande gassate.
Il disturbo si può associare a tosse notturna, deficit della concentrazione ed ipoglicemia, con spossatezza e sonnolenza al mattino.
Anche se il soggetto cerca di star meglio con la gestione dell’ansia, se non si risolve il problema a livello fisico, l’angoscia fisica permane.
Alla luce di ciò è importante elaborare un piano di trattamento fisioterapico specifico, che vada ad agire direttamente sulla risoluzione della causa.
Nel caso della tachicardia da ernia iatale e/o reflusso, una rieducazione respiratoria specifica, attraverso l’allungamento e la flessibilizzazione del muscolo diaframma e dei suoi muscoli accessori, tramite il riequilibro del sistema fasciale e quindi muscolare per opera del fisioterapista specializzato, risulta spesso il trattamento d’elezione.
È fondamentale inoltre analizzare in primis la situazione globale dell’individuo, viste le molteplici funzioni del diaframma, che non sono solo respiratorie, ma anche meccaniche della colonna vertebrale, digestive e di aiuto alla circolazione vascolare e linfatica.
Questo per dire che si può scoprire, ad esempio, tramite una valutazione posturale e biomeccanica accurata, che una problematica vertebrale ha alterato la funzionalità del diaframma (vista l’intima connessione che il diaframma ha con la colonna lombare).
In questo caso, si va a lavorare sulla causa meccanica in questione, cioè sulla problematica vertebrale, andando così a sbloccare e quindi a riequilibrare la funzionalità del diaframma, e di conseguenza la funzionalità del sistema gastroesofageo, con enormi benefici anche per il cuore, non soggetto più a pressioni.
Grazie infatti a delle tecniche fisioterapiche particolari, è possibile liberarsi dei fastidi invalidanti associati al reflusso gastrico e all’ernia iatale, in modo naturale e in breve tempo, perché si va ad agire sulla causa.
Qualsiasi guarigione avviene sempre e solo quando si agisce sulla causa scatenante la patologia.
È normale che tutto ciò che è nuovo, soprattutto in medicina, desti iniziali dubbi, i quali però vengono tutt’oggi annullati dall’evidenza dei risultati che ottengono ogni giorno i miei pazienti.
Uno studio pubblicato sull’American Journal of Phisiology e condotto dal dipartimento di Clinica Medica dell’Università Federale di Ceara (Brasile) ha infatti dimostrato che manovre specifiche, unite ad esercizi respiratori per flessibilizzare ed allungare il diaframma e tutti i muscoli respiratori accessori, riescono a ridurre notevolmente i bruciori dovuti al reflusso, andando ad agire sulla causa.
Il Protocollo integrato Trabucco permette spesso di risolvere alla base il problema principale che ha causato l’insorgenza del reflusso e/o di un’ernia iatale.
Per il trattamento, il paziente viene sottoposto ad una valutazione posturale per scoprire le varie alterazioni strutturali che sono in relazione con il problema gastro-esofageo. Si elabora poi il piano di trattamento specifico per riportare in equilibrio le componenti anatomiche che necessitano di correzione, oltre ad insegnare al paziente un corretto lavoro respiratorio, per permettere il rilasciamento, l’allungamento e la flessibilizzazione del diaframma, affinché questo muscolo possa rientrare finalmente in un rapporto corretto con esofago e stomaco, e prevenire o risolvere così le problematiche date dal reflusso.
È necessario sottolineare che, oltre al trattamento in studio, è importante svolgere soprattutto gli esercizi a casa, per mantenere nel tempo le correzioni, e quindi i risultati che si ottengono, ripetendoli almeno 4 volte alla settimana, per poter così migliorare notevolmente la propria qualità di vita.
A tal proposito, è stato elaborato per i pazienti che si sottopongono al trattamento in studio, un protocollo di auto-cura composto da alcuni video, dove viene spiegato nei minimi particolari come eseguire al meglio queste tecniche fisioterapiche, anche a casa da soli, visto la semplicità di esecuzione.
Sono una fautrice della libertà, per cui penso che imparare a gestire da soli i propri problemi di salute, non abbia prezzo, perché equivale ad essere liberi.
Tra i video a disposizione c’è quello di un medico specialista in nutrizione, che aiuta il paziente con la sua strategia alimentare a non alterare, e quindi a preservare nel tempo, tutta la struttura di contenimento del LES (cardias) e dei pilastri diaframmatici (fibre muscolari del diaframma) e del tessuto muscolare in genere, fondamentale per curare e prevenire queste due malattie. Inoltre, è compreso un supporto nella gestione dello stress e dell’ansia per aiutare appunto il paziente a gestire l’ansia da stress fisico e psico-emotivo, che risulta una delle cause principali nella patogenesi del reflusso gastroesofageo e delle ernie iatali.
Questo innovativo e valido protocollo di cura approvato dal Prof. Dott. Antonio Iannetti, docente di Gatroenterologia presso l’Università La Sapienza di Roma, vuole lanciare un messaggio a tutti i pazienti che soffrono di queste sindromi, sia quelli che hanno perso la speranza di una soluzione definitiva sia quelli che preferiscono agire su questo aspetto anatomo-funzionale del problema, affinché valutino la possibilità di iniziare questo percorso terapeutico.
Secondo le mie statistiche, il sintomo che migliora subito con il Metodo Trabucco, è proprio la Tachicardia e/o la extrasistole da reflusso gastrico.