Nella nostra cultura si ha la tendenza a trattenere il respiro, e peggio ancora, non ci si accorge neppure di avere problemi di respirazione. A tal proposito , è essenziale rendersi conto di come respiriamo, osservare se inspiriamo con la bocca o attraverso il naso, o se tratteniamo il respiro.
Durante l’inspirazione il muscolo diaframma si contrae, scende verso il basso e l’aria entra, mentre durante la fase espiratoria il diaframma si rilassa grazie alla forza di gravità, alla sua capacità viscoelastica muscolare, di quella dei muscoli inspiratori accessori e del parenchima polmonare, e l’aria viene espulsa.
Ci sono varie cause che possono incidere sulla respirazione causando dei “blocchi inspiratori” durante i quali le fibre muscolari del diaframma rimangono contratte e l’espirazione risulta incompleta. Si ha così lo sfasamento degli scambi respiratori, perché l’aumento del volume d’aria che si scambia durante uno normale sforzo avviene grazie all’attività dei muscoli inspiratori accessori (quelli del torace e del collo) che se vengono sollecitati spesso, per soccorre un diaframma contratto e quindi poco efficiente, tendono ad accorciarsi sempre di più e quindi a perdere elasticità.
Tutto ciò provocherà un deficit dell’espirazione, visto che normalmente l’espirazione avviene passivamente, cioè con il rilasciamento del diaframma e dei muscoli inspiratori accessori menzionati in precedenza.
Però se i muscoli inspiratori accessori(quelli deputati a prendere aria quando il diaframma è in difficoltà) sono troppo rigidi, vanno a ridurre enormemente la fase espiratoria, perché non permettono al torace di svuotarsi, in quanto la loro funzione è quella di innalzare il torace(quando appunto si prende aria) per permettere poi la sua discesa nella fase espiratoria.
Una loro rigidità, frequente nel “blocco del diaframma”, non permette la discesa naturale della gabbia toracica e quindi un’efficace espirazione, per cui per compensare questo deficit, il soggetto durante anche un minimo sforzo sarà costretto ad aumentare la frequenza dei suoi movimenti con conseguente ansamento, cioè respiro affannoso, compromettendo le semplici attività della vita quotidiana.
La sintomo primario che lamenta il paziente è il senso di torace chiuso, senso di peso. Riferisce di avere sempre l’affanno e fa fatica a fare le scale.
Ha atto tutti gli esami e vanno bene. Spesso manifesta crisi di ansia e attacchi di panico, perché c’è un meccanismo di connessione importante fra respiro ed attacchi di panico.
Quali sono le conseguenze ?
1) Bronchiti ricorrenti,
2) Pleuriti,
3) asma da stress, ad esempio dopo una corsetta si hanno difficoltà respiratorie che prima non si avevano.
4) Tachicardia e costrizione sotto il torace.
Bisogna imparare ad avere, una respirazione corretta nella quale la fase inspiratoria ed espiratoria si succedono con ritmi ed ampiezze regolari, per mantenere un’appropriata concentrazione di ossigeno ed anidride carbonica.
Inoltre la salute dei muscoli inspiratori, e quindi la loro lunghezza, risulta indispensabile non solo per una corretta meccanica respiratoria, ma anche per una corretta meccanica gastro-esofagea, in quanto fanno parte di quella concatenazione di legamenti e muscoli che va ad assumere la funzione di “tendine del diaframma”, o sistema sospensore del diaframma, che se per vari motivi diventa troppo rigido, si accorcia e porta il soggetto a chiudersi in avanti andando incontro ad un’ipercifosi (dorso curvo) che a sua volta provocherà un accorciamento dell’esofago, in quanto tale condotto è strettamente connesso alla colonna vertebrale, per cui si adeguerà, per coerenza, alle variazioni della colonna, e quindi della postura, predisponendo così il soggetto ad una sofferenza esofago-gastrica, e più gravemente ad un ernia iatale, perché l’ accorciamento che si è andato verificando non potrà mai essere restituito spontaneamente. Così nel caso in cui si esegua un respiro di grande ampiezza, dove il diaframma si abbassa contro lo stomaco, in uno sforzo di raddrizzamento, un tal tipo di esofago, divenuto ormai corto, trazionerà verso l’alto la sua estremità inferiore, che sappiamo essere collegata con lo stomaco, provocando così la trazione dello stomaco verso l’alto, favorendo l’erniazione. In questo modo si può avere la risalita degli acidi che vengono probabilmente aspirati, creando una situazione simil asmatica.
Alla luce di ciò è importante capire che bisogna dare molta importanza alla respirazione con l’esecuzione di tecniche fisioterapiche specifiche per riportare il sistema muscolare in equilibrio.
Purtroppo gli allungamenti che sono praticati abitualmente per il diaframma e tutti i muscoli inspiratori accessori, non sono sufficienti.
La vera elasticità e lunghezza muscolare si può ottenere solo attraverso un lavoro globale che il Metodo Trabucco utilizza.