Gli studi sulla flora batterica intestinale effettuati negli ultimi trenta anni hanno rivelato un universo che nessuno conosceva e hanno aperto la strada a nuove diagnosi e nuove possibili terapie. La flora batterica dell’intestino, o microbiota intestinale, è infatti una nostra grande alleata quando si trova in una condizione di equilibrio, o di eubiosi. Può provocare invece numerosi problemi quando questo equilibrio è alterato: proliferano i batteri patogeni e i miceti, come la candida, diminuiscono i batteri amici della nostra salute.
Quando questa alterazione si verifica essenzialmente nel colon, si parla di disbiosi. Quando si verifica nel tenue ed è accompaganta da una crescita batterica particolarmente consistente, si parla di S.I.B.O.
La composizione della flora batterica può essere alterata da numerosi fattori: innanzitutto una dieta squilibrata ricca di zuccheri e di carne, povera di alimenti vegetali, e formata da cibi alterati da pesticidi, ormoni, antibiotici e additivi di ogni genere. Anche la condizione di stress cronico in cui molti di noi sono costretti a vivere può influire notevolmente su questa condizione, per gli stretti rapporti tre cervello e intestino.
Un’altra causa particolarmente importante di disbiosi è costituita dai farmaci: tra i più comuni, le terapie antibiotiche, i trattamenti ormonali, gli ansiolitici e le terapie antiacido in caso di problemi gastrici. Ai pazienti che soffrono di reflusso gastro-esofageo vengono infatti quasi sempre prescritti i cosiddetti “inibitori di pompa” (omeprazolo, lansoprazolo e altri), farmaci che abbassano la secrezione degli ioni idrogeno rendendo meno acidi i succhi gastrici. In questo modo, anche se c’è reflusso (che continua ad esserci) l’esofago sarà meno irritato e il paziente non avverte più la sensazione di bruciore che gli arriva fino in gola.
Ma gli inibitori di pompa, oltre a presentare numerosi effetti indesiderati, hanno anche due gravi conseguenze sull’intestino:
- il cibo che mangiamo non viene sterilizzato. Lo stomaco è una importantissima barriera di difesa per l’intestino: i suoi succhi acidi sterilizzano il cibo che vi arriva, uccidendo i batteri che vi si trovano. Abbassando l’acidità delle secrezioni gastriche, come fanno gli inibitori di pompa, questa sterilizzazione viene meno;
- il cibo non viene digerito nello stomaco. L’acidità gastrica ha anche il compito di attivare l’enzima che effettua la digestione gastrica. Se l’acidità dei succhi gastrici non è adeguata, la digestione gastrica non avviene.
Nell’intestino tenue arriva dunque cibo non sterilizzato e non digerito. Entrambi questi fatti alterano la sua condizione provocando una crescita batterica abnorme, una Small Intestine Bacterial Overgrowth, e cioè una S.I.B.O.
La crescita di batteri rappresenta una potente spina irritativa che provoca l’infiammazione silente dell’intestino, con le sue conseguenze. Lo strato di muco che protegge la parete intestinale diminuisce o scompare; le giunzioni tra le cellule si allargano e si realizza la sindrome dell’intestino poroso, o Leaky Gut Syndrome, per cui la parete intestinale diventa una specie di “colabrodo” attraverso cui può passare di tutto. Ne derivano intolleranze e allergie alimentari, intolleranza al glutine, celiachia; patologie recidivanti in altri distretti, come vaginiti, cistiti, prostatiti. E può essere anche il punto di partenza per patologie autoimmuni.
Nella SIBO la sovracrescita batterica provoca, inoltre, una fermentazione del contenuto intestinale con produzione di gas che risale nello stomaco o lo sospinge contro il diaframma bloccato, aggravando ulteriormente il reflusso gastro-esofageo.
È un cane che si morde la coda: il reflusso esofageo curato con gli inibitori di pompa peggiora la condizione intestinale; e l’intestino disbiotico peggiora il reflusso gastro-esofageo. Per il bene del nostro intestino, dobbiamo cercare di eliminare gli inibitori di pompa il prima possibile.
Come uscirne?
Innanzitutto sbloccando il diaframma e lavorando sul suo irrigidimento in modo da riportare la cupola diaframmatica alla sua forma fisiologica. Si attenua e si elimina così la pressione che la cupola abbassata esercita sui visceri addominali, lo stomaco ritorna nella sua posizione fisiologica e il suo contenuto non rifluisce più nell’esofago. Guarire il reflusso gastro-esofageo significa non aver più bisogno degli inibitori di pompa.
Il trattamento fisioterapico deve essere integrato con una riprogrammazione intestinale per riequilibrare la alterazione della flora intestinale: bisogna quindi ri-programmare l’intestino, eliminando innanzi tutto i germi patogeni. La medicina ufficiale si serve essenzialmente di antibiotici ad azione locale, con terapie prolungate. Ma ci sono anche altre terapie: l’Omeopatia, la terapia SANUM, gli oli essenziali.
La ri-programmazione dell’intestino si conclude e ripopolandolo con i batteri amici della nostra salute, i lattobacilli e/o i bifidobatteri richiesti dalla situazione del paziente.
Solo curando il reflusso gastro-esofageo e ri-programmando l’intestino si può uscire dalla SIBO.
Dott.ssa Mariapaola Franceschini Omeopata, esperta in Immuno-Isopatia