La colite, meglio conosciuta come sindrome del colon irritabile, è un disturbo piuttosto diffuso che interessa circa il 15% della popolazione.
Le cause sono molteplici e spesso si fondono:
- Meccaniche
- Internistiche
- Emozionali
Ma spieghiamo nel dettaglio come una causa meccanica ( contrattura muscolare cronica e alterazione del sistema fasciale e posturale), possa predisporre ad una causa internistica ( ad esempio una disbiosi), che a sua volta possa predisporre ad un disagio emozionale (ansia, depressione ecc ).
L’intestino, come tutti i tessuti del nostro corpo, per restare vivo ha bisogno di sangue. Sangue arterioso che porta nutrimento e sangue venoso che porta via le tossine, le molecole di scarto del metabolismo dell’organo verso l’esterno.
Tutte le tossine, una volta lasciato l’organo in cui sono state prodotte, passano prima dal fegato grazie alle vene, poi il fegato le trasforma per farle essere meno tossiche, e poi dal fegato devono essere mandate agli emuntori, cioè gli scarichi naturali, che sono il colon con le feci, il rene con le urine, il polmone con la respirazione, e la pelle con il sudore e la traspirazione. La pelle è un emuntore molto importante.
Un diaframma molto rigido riduce lo scarico, e cioè il drenaggio del sangue venoso dell’esofago, dello stomaco dell’intestino ecc.
Vediamo come avviene.
Dallo studio dell’anatomia, sappiamo che il muscolo Diaframma, si trova in una posizione centrale del torace, e divide la cavità toracica da quella addominale. Segue in pratica tutta l’arcata costale, assumendo quindi la forma di cupola, risiedendo a ridosso dello stomaco con il quale entra in intimo contatto.
É un muscolo che lavora ininterrottamente, visto che inizia la sua attività al momento della nascita e termina al momento della morte, per cui le sue fibre muscolari, non avendo mai riposo, tendono alla rigidità e quindi all’accorciamento nel senso dell’abbassamento.
Ma cosa vuol dire nel senso dell’ abbassamento? Vuol dire che l’accorciamento graduale delle fibre muscolari del diaframma, va a modificare la sua forma fisiologica, cioè la sua forma di cupola, che va a perdersi piano piano abbassandosi, andando così a creare una pressione costante sullo stomaco e quindi sui visceri addominali andando a una stasi circolatoria (rallentamento della circolazione) addominale, che comporta un’alterazione funzionale prima, e poi organica nel tempo, dei vari visceri addominali come fegato, pancreas, stomaco ed intestino (tenue e colon), che vanno in sofferenza.
Quando questi organi vanno in sofferenza, la conseguenza è:
- Il fegato ha difficoltà a produrre la bile sufficiente per far metabolizzare i grassi assunti con la dieta, per cui nell’intestino tenue e nel colon arriveranno dei grassi poco digeriti.
- il pancreas in sofferenza, produrrà meno enzimi digestivi, quindi meno lipasi che serve ad assorbire i grassi, meno amilasi, tripsina, chimotripsina, elastasi, fosfolipasi e nucleasi pancreatica, che sono enzimi che servono ad assorbire le proteine. Questo deficit enzimatico pancreatico, si può manifestare con una difficoltà a digerire proteine e grassi, e questo comporta un arrivo, nel tenue e nel colon, di proteine e grassi poco digerite.
- Una stasi ematica nello stomaco si manifesta con un’alterazione della secrezione acida, di HCL acido cloridrico, e quindi anche qui avremo un chimo (cibo ingerito) non ben formato, che potrà essere uno dei fattori che impediscono una buona digestione del cibo, oltre ad un’alterata azione delle fibre muscolari dello stomaco con funzione evacuatrice, a causa di questa iperpressione costante del diaframma sullo stomaco, dando luogo così ad una digestione assai lenta per difficoltà appunto di svuotamento.
- Una stasi ematica (rallentamento della circolazione) nell’intestino produce un’alterazione dello strato di muco e della mucosa intestinale. Questa mucosa alterata che si sta rompendo, e come se fosse un muro con dei buchi dove passano sia delle molecole tossiche sia alcuni batteri, i quali arrivano di conseguenza nel tessuto connettivo e nel sangue, e una volta che queste molecole tossiche o questi microbi patogeni arrivano nel sangue, attivano i macrofagi ed i linfociti (molecole proinfiammatorie) che a loro volta producono un’infiammazione cronica di basso grado molto importante. Inoltre, queste molecole proinfiammatorie vanno nel fegato alterandolo ancora di più.
Tutti questi fattori, contribuiscono a far arrivare a livello intestinale alimenti poco digeriti (proteine carboidrati e grassi).
La presenza di alimenti di cibo poco digerito, predispone all’insorgenza di batteri o lieviti o parassiti, perché servono in qualche modo a digerire ulteriormente il cibo poco digerito, mettendo così in moto la disbiosi fermentativa o putrefattiva, causando a sua volta un’ infiammazione cronica di basso grado e conseguenti sintomi correlati come un colon irritabile (stitichezza e/o diarrea).
Aria nella pancia
La disbiosi fermentativa si ha quando c’è un eccesso di fibre e di zuccheri nella dieta, invece la disbiosi putrefattiva si ha quando c’è un eccesso di proteine.
Nel corso di disbiosi fermentativa, vi è la produzione di anidride carbonica, che è un Gas e che quindi va a gonfiare la pancia, causando l’aerocolia (Aria nel colon ) o gastrocolia (aria nello stomaco) ed etanolo, cioè alcool, che altera a sua volta il fegato, perché il sangue che reflua dall’intestino, carico di alcool, cioè di etanolo, intossica il fegato. Ecco perché oggi molte forme di fegato grasso sono di frequente riscontro ecografico anche in persone astemie!
Il gas intestinale o aria nella pancia, è quindi spesso dovuto alla disbiosi.
Tale gas, che gonfia l’intestino, spinge il muscolo diaframma verso l’ alto, causando spesso tachicardia, perché la punta del cuore è adagiata sul diaframma, quindi in intima vicinanza.
Il Blocco del diaframma oltre a causare aerocolia (gas nel colon), provocava anche aerogastria (aria nello stomaco) che è uno dei fattori di stimolo all’apertura del cardias, e quindi all’insorgenza di un cardias beante con conseguente reflusso gastroesofageo.
Tutta questa situazione porta spesso ansia, depressione e rimuginazione mentale, soprattutto quando questi sintomi invalidanti perdurano da anni. E’ stato dimostrato come la rumuginazione mentale costante possa essere concausa di colite in quanto va ad incidere sul sistema colinergico intestinale che normalmente ha anche una funzione anti infiammatoria, ma che in caso di rimuginazione costante viene appunto inibito con conseguenti sintomi di colon irritabile.
Rimedi
Per poter guarire bisogna agire sulla rimozione della causa.
In caso di colite quindi bisognerà agire sia sulla causa meccanica (muscolare e posturale) con un lavoro fisioterapico specifico, sia sulla causa internistica (medica) con il drenaggio di tossine, regolazione di fegato, pancreas, stomaco, ed intestino, sulla riprogrammazione intestinale, e sulla causa emozionale con la tecnica della mindfulness.
Il Metodo Trabucco offre questo protocollo di cura.