Ma se il Cardias (o LES) non funziona bene, come può un lavoro manuale sul diaframma e i suoi muscoli accessori, risolvere questo problema?
Per rispondere a questa domanda bisogna fare prima una breve lezione di anatomia, e cioè cos’è il cardias, dove si trova, come è formato e come funziona. La prima cosa da imparare è che il cardias non è una valvola che si chiude come quelle del cuore, ma è un anello muscolare circolare che si trova tra l’esofago e lo stomaco, e si apre solo per far passare il cibo. A differenza del meccanismo di chiusura/apertura delle valvole cardiache, i cui difetti possono essere corretti, quando si può, solo chirurgicamente, non è così per il cardias.
Il meccanismo di chiusura del cardias è quello di stringere (come quando chiudiamo la mano a pugno), per chiudere la parte inferiore dell’esofago quando non si mangia, o dopo aver mangiato, e di aprirsi solo per far passare il cibo. Quindi, a differenza delle valvole cardiache, qui non c’è un “coperchio” che si alza e si abbassa, ma c’è un movimento di chiusura, di stretta, simile ad un pugno, dato appunto da un muscolo circolare.
Questo muscolo circolare che costituisce il cardias, possiede un tono, una contrattura di base molto alta per mantenere chiusa la valvola ed evitare così la risalita del cibo dallo stomaco in esofago una volta che si è mangiato. Si dice infatti che il cardias è una valvola circolare ad alta pressione, cioè il suo tono, la sua pressione è talmente alta da superare quella atmosferica e quella addominale, questo per impedire sia la risalita di cibo (che si ha se la pressione addominale e quindi dello stomaco è superiore a quella del cardias) sia il disturbo della pressione atmosferica.
Per aiutare a mantenere alto il tono del CARDIAS, ci sono delle strutture circostanti, come in primis il muscolo Diaframma, in intimo contatto con l’esofago.
Per cui una forte contrattura del diaframma, e quindi una sua trazione (tiraggio) anomala , può tirare in senso trasversale a livello dell’esofago mantenendo così aperto il cardias, perché il diaframma è connesso all’esofago tramite un legamento, detto “Legamento freno-esofageo o membrana di Laimer-Bertelli, la cui integrità e corretta inserzione concorre al corretto funzionamento del cardias.
Quindi cosa fare per ripristinare la funzionalità di un cardias beante?
Con le tecniche manuali specifiche del Metodo Trabucco possiamo elasticizzare e quindi riportare in equilibrio il diaframma, in modo che possa esercitare bene la sua azione di “valvola anti-reflusso”, contribuendo a mantenere di nuovo alto il tono di chiusura del cardias. Andiamo inoltre ad allungare anche tutti quei muscoli che, con la loro contrattura, insieme sempre ad un diaframma “bloccato”, hanno favorito un’alterazione della postura, e quindi spesso l’insorgenza di un’ernia iatale. Per approfondire questo argomento consiglio di leggere il libro Stop al reflusso con il Metodo Trabucco.
“Manus sapiens potens est” «Solo una mano, guidata da profonde conoscenze scientifiche, può risolvere bene e velocemente un problema muscolo-scheletricoviscerale. Più si hanno conoscenze, più si riesce a risalire alla causa di un dolore e di una disfunzione articolare. Non c’è niente di magico».
Prof. Luigi Stecco
Approfondimenti
In questo articolo scientifico pubblicato su PubMed (motore di ricerca gratuito dove si possono trovare articoli di letteratura scientifica biomedica) viene dimostrato come un lavoro specifico sul diaframma aumenti il tono del Cardias.
Riportiamo sotto una traduzione dell’articolo:
Aumento della pressione dello sfintere esofageo inferiore dopo intervento manuale sul diaframma in pazienti con reflusso gastroesofageo.
da Silva RC1, de Sá CC, Pascual-Vaca ÁO, de Souza Fontes LH, Herbella Fernandes FA, Dib RA, Blanco CR, Queiroz RA, Navarro-Rodriguez T.
Author information
Il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo può essere clinico o chirurgico. La clinica consiste fondamentalmente nell’uso di droghe; tuttavia, ci sono nuove tecniche per completare questo trattamento, l’intervento manuale nel muscolo diaframmatico è uno di questi. L’obiettivo dello studio è di confrontare i valori di pressione nell’esame della manometria esofagea dello sfintere esofageo inferiore (LES) prima e immediatamente dopo l’intervento osteopatico nel muscolo del diaframma. Trentotto pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo – 16 sottoposti a tecnica sham e 22 sottoposti a tecnica osteopatica – sono stati selezionati casualmente. La pressione respiratoria media (ARP) e la massima pressione espiratoria (MEP) del LES sono state misurate mediante manometria prima e dopo la tecnica osteopatica nel punto di massima pressione. L’analisi statistica è stata eseguita utilizzando il test t di Student e Mann-Whitney, e l’ampiezza della tecnica proposta è stata misurata utilizzando l’indice di Cohen. La differenza statisticamente significativa nella tecnica manuale è stata trovata in tre su quattro in relazione al gruppo di pazienti che hanno eseguito la tecnica sham per le seguenti misure di pressione LES: ARP con P = 0,027. Il deputato al Parlamento europeo non ha avuto differenze statistiche (P = 0,146). I valori di Cohen d per le stesse misure erano: ARP con d = 0.80 e MEP d = 0.52. La tecnica manipolativa osteopatica produce un incremento positivo nella regione LES subito dopo la sua performance.
© 2012 Copyright degli autori. Compilazione della rivista © 2012, Wiley Periodicals, Inc. e la Società internazionale per le malattie dell’esofago.