Tantissimi pazienti soffrono di reflusso gastroesofageo e patologie correlate per anni, senza venirne a capo, nonostante pensino di averle provate tutte. Diete restrittive, farmaci, visite specialistiche su visite specialistiche..
Vediamo i punti più comuni e come risolverli:
- Assumi i farmaci antiacidi come unica cura;
- Soffri di cattiva digestione;
- Sei stressato e/o tendi a soffocare le tue emozioni;
- Credi o ti hanno detto che eliminando lo stress guarirai;
Assumi i farmaci antiacidi come unica cura
I PPI sono farmaci eccezionali che hanno modificato la storia di tante patologia ma di cui, con troppa leggerezza, si fa un uso inappropriato. Questo per cercare di contenere, quando ci riescono, solo i sintomi ed evitare ulteriori complicazioni, senza però curare la vera causa che risolverebbe invece il problema.
Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita del contenuto gastrico (dello stomaco) verso l’alto (in esofago). Questo è possibile solo quando lo sfintere esofageo inferiore (detto cardias), che dovrebbe aprirsi solo per far passare il cibo dalla bocca allo stomaco, non lo fa correttamente perché viene stimolato all’apertura dall’aria in eccesso presente nello stomaco, diminuendo così il suo tono muscolare.
I farmaci agiscono sulla produzione di acido dello stomaco, NON sul tono muscolare dello sfintere esofageo inferiore.
Soffri di cattiva digestione
I pazienti che soffrono di reflusso gastroesofageo, hanno spesso problemi all’apparato digerente. Questo per due motivi principali: la costante pressione del diaframma sullo stomaco e l’uso prolungato di farmaci come omeprazolo, lansoprazolo ecc.
La pressione del diaframma provoca un rallentamento dello svuotamento gastrico perché va ad alterare la normale azione delle fibre muscolari dello stomaco con funzione evacuatrice. La conseguenza è una più lenta digestione. Se a questa già lenta di per sé digestione, andiamo ad aggiungere un farmaco che abbassa l’acidità prodotta dallo stomaco, questo avrà un’estrema difficoltà nella digestione. Nell’intestino arriverà cibo digerito solo parzialmente e non sterilizzato, quindi formazione di gas intestinali con conseguente maggiore possibilità di reflusso e sviluppo di un’ernia iatale.
Insomma un effetto a catena che è importante interrompere intervenendo con una soluzione mirata e personalizzata.
Sei stressato e/o tendi a soffocare le tue emozioni
Il reflusso gastroesofageo ha una forte componente emotiva, nella maggior parte dei casi si sviluppa proprio in persone fortemente stressate. E’ necessario imparare a gestire le proprie emozioni con attività quali la mindfulness o la bioenergetica, da scegliere in base al proprio caso.
Credi o ti hanno detto che eliminando lo stress guarirai
Malgrado la componente emotiva possa essere alla base di questa patologia, essa ha effetti precisi, tangibili e riscontrabili dagli esami strumentali sui muscoli del torace (muscoli respiratori accessori) e soprattutto del diaframma, i quali si accorciano, ed una volta accorciati, non ritornano più spontaneamente lunghi neanche se diventiamo Budda, perché vi è bisogno di tecniche fisioterapiche specifiche per allungarli nuovamente e riportare la meccanica dell’apparato muscolare e gastroesofageo in equilibrio.
Quindi è vero che l’eliminazione di componenti quali stress e difficoltà digestive, sono alla base della guarigione, ma solo quando vi è associato anche un lavoro fisico che vada a risolvere un problema meccanico irrisolvibile senza un intervento manuale. L’essere umano infatti non è fatto di componenti a sé stanti, ma è uno intero che va curato nella sua globalità.
E’ necessario quindi un triplice intervento:
- effettuare un preciso lavoro sul diaframma, in grado di riportare lo sfintere esofageo inferiore a svolgere correttamente il suo lavoro;
- curare l’apparato digerente;
- imparare a gestire lo stress e le emozioni;